Dal Dovere al Valore: Ripensare il Riconoscimento nel Mondo Educativo, Formativo e Aziendale

Per anni, espressioni come “Hai fatto la metà del dovere tuo!”, sono state utilizzate per spronare le persone a dare di più, ma oggi questa mentalità risulta superata e controproducente. In molti casi, questo approccio genera frustrazione, riduce la motivazione e inibisce la crescita personale e professionale.

Nel contesto attuale, basato sulla valorizzazione delle competenze e sull’engagement, il riconoscimento positivo si dimostra una leva molto più efficace rispetto alla semplice sottolineatura del dovere. In ambito educativo e formativo, riconoscere i progressi di uno studente o di un partecipante a un corso non significa abbassare gli standard, ma incentivare l’apprendimento con un approccio costruttivo. La crescita non avviene con la paura dell’errore, ma con la consapevolezza del miglioramento.

Anche nel mondo del lavoro, la gestione basata solo sul dovere e sulla performance minima richiesta non funziona più. Le aziende di successo hanno capito che i dipendenti non sono solo esecutori di compiti, ma persone con talento e aspirazioni. Un ambiente che riconosce i contributi individuali e di squadra crea maggiore motivazione, miglior rendimento e un senso di appartenenza più solido.

La chiave è passare da un management basato sulla mera esecuzione a un modello che valorizza il potenziale. Certo chi gestisce risorse umane deve aver conseguito già una grande cultura prima ereditata e poi fortemente studiata con assiduità ed aggiornamenti. Si tenga bene conto che i risultati possono anche arrivare in maniera diversa, con la “mazza” e modelli di comunicazione non proprio appropriati, ma hanno gambe corte, molto corte. Fate attenzione ai modelli dei vostri manager e non solo alle performance di un trimestre.